Grazie alla causa promossa dall' Inca CGIL di Bologna, è stato riconosciuto il nesso di causa tra l'attività di pianista e rizoartrosi bilaterale dei pollici con un danno pari al 6%.
La lavoratrice in oggetto ha esercitato l'attività professionale pianistica per oltre 30 anni presso un Teatro bolognese, sviluppando la patologia denunciata dopo 25 anni di attività.
L'Inail ha negato il riconoscimento della Malattia professionale adducendo che "trattasi di malattia la cui origine lavorativa è esclusa come da decreto ministeriale del 10.06.2014".
Non solo, L'Inail ha evidenziato come l'origine professionale della Rizoartrosi sia stata riconosciuta esclusivamente per alcune categorie di lavoratori la cui attività comporta la movimentazione manuale di pesi importanti e/o l'esercizio di particolari movimenti di presa con dita "a pinza" o di pressione esercitata con le mani, conferendo un ruolo chiave a gesti come afferrare e/o maneggiare oggetti.
Infine, sempre secondo l'Inail, la tardiva epoca della prima diagnosi, esclude una correlazione causale tra la patologia e l'attività lavorativa svolta, inducendo a ritenere piu' probabile un'origine di natura degenerativa legata ad altri fattori come età e sesso.
Il CTU ha respinto le motivazioni dell'Inail ritenendo che:
1) La manifestazione della malattia, poco oltre i 50 anni, è del tutto compatibile con l'usura patologica sul distretto anatomico, ribadendo che l'attività prolungata e costante abbia concretizzato un rischio significativo si sovraccarico sulle dita delle mani;
2) La biodinamica dell'attività pianistica prevede movimenti di ab-adduzione ripetuti dei pollici, ad alta frequenza, che sono alla base della "overuse syndrome" riportata nella letteratura scientifica (ripetitività e notevole impegno di forza nel compimento dell'atto lavorativo);
3) Trattasi di patologia non presente nel decreto del 15/11/2023 quindi non tabellata, per la quale, pur non ricorrendo le condizioni previste nelle tabelle, risulta dimostrabile comunque l'origine professionale.
Il CTU, pertanto, afferma l'origine professionale della malattia denunciata pur riconoscendo il concorso di fattori individuali favorenti l'insorgenza dell'infermità.